domenica 2 dicembre 2012



Taranto - Ilva: piove sul bagnato tra la rabbia della gente


di Valeria Caragli e Arianna Pepe

Dopo le proteste contro la chiusura dello stabilimento, a complicare la situazione è arrivato il maltempo con una violenta tromba d’aria che si è abbattuta sull’impianto provocando crolli e una ventina di feriti.

Un fulmine ha colpito il camino delle batterie 1 e 2 facendo cadere diversi quintali di cemento che si sono riversati su due tralicci dell’alta tensione.

Le fiamme, agli occhi della gente esterna, potevano  sembrare quelle di un incendio, in realtà sono state provocate dagli sfoghi di sicurezza delle candele dell’impianto. Molti alberi sradicati, pali della segnaletica e insegne stradali hanno invaso le arterie principali della città paralizzando il traffico. Al porto una gru è stata precipitata al suolo, con un operatore nella cabina morto.

Tuttavia quasi tutti i lavoratori hanno lasciato lo stabilimento per lo spavento: “Non si può continuare a lavorare senza sicurezza!'' dicono.

E’ ancora bloccata la linea ferroviaria Bari-Taranto. I passeggeri del treno che erano in corsa restano in attesa di trasbordo su autobus per raggiungere le proprie città. I cittadini, preoccupati circa le possibili emissioni dell'azienda, sono stati tranquillizzati da un comunicato stampa che ha annunciato il controllo della situazione.

Da alcuni giorni è stata ipotizzata la chiusura dell’ILVA di Taranto. In tal caso ben 5000 operai rimarrebbero senza lavoro e il sito abbandonato proverebbe una moltiplicazione degli effetti dannosi per la salute dei quartieri limitrofi e non solo.

Senza contare che la chiusura dell’impianto attiverebbe anche un processo di concorrenza di Cina, Corea, Sudamerica, ma anche dell'Europa, alquanto dannosa per l’economia del Paese. A questo proposito il Governo ha deciso di intervenire, mobilizzandosi per risolvere il caso della chiusura dello stabilimento.



.

Nessun commento:

Posta un commento