Violenza e lavoro: binomio sempre più frequente
Sono sempre più numerose le donne che denunciano di
essere stata vittima di violenza sul luogo di lavoro
di Paola Cavallo
La nostra
Costituzione si apre con l'importante articolo che afferma che "L'Italia é
una Repubblica democratica, fondata sul lavoro".
Ma, secondo gli
ultimi dati Istat (http://www.istat.it/it/), non sempre recarsi a lavoro
é sinonimo di benessere: sono diverse le persone costrette a subire
giornalmente violenze sul posto di lavoro.
Vittime predilette
sono le donne, con dati impressionanti. I risultati sono stati presentati dalla
direttrice del dipartimento statistiche sociali e ambientali dell'Istat, Linda
Laura Sabbadini, nell'ambito di un convegno sulla violenza alle donne
nei luoghi di lavoro organizzato da Cgil, Cisl e Uil e a cui hanno
partecipato anche il Ministro del Lavoro, Elsa Fornero, il Ministro
dell'Interno, Anna Maria Cancellieri e il Segretario Generale della
Cgil, Susanna Camusso.
Sarebbero circa 842
mila le donne che hanno denunciato di aver subito ricatti sessuali
sul luogo di lavoro.
E poco più della
metà, 488 mila, le donne a cui é stata richiesta una disponibilità a
rapporti sessuali.
Ricatti sessuali
subiti anche al momento dell'assunzione, per assicurarsi il posto di lavoro,
con ben 247 mila donne a denunciarlo.
Per 234 mila donne
il ricatto é stato subito per mantenere il posto di lavoro e avere la
possibilità di fare carriera.
Sono invece 125
mila le lavoratrici che hanno subito varie forme di ricatto.
Infine, si stima che
siano 224 mila le donne a rischio di molestia sul posto di
lavoro.
Questo ha portato il
57,2% delle donne a cambiare lavoro volontariamente. Senza
considerare che la crisi, oltre ad aver accentuato questo fenomeno, può aver
portato anche molte donne a non denunciare la molestia per non perdere il
proprio posto.
Analizzando i dati
si nota come la violenza colpisca in modo particolare le donne tra i 35 e
i 54 anni, con una maggiore frequenza per quelle che vivono da sole
e tra diplomate e laureate.
I lavori più a
rischio per le donne sono nell'ambito dei trasporti, delle comunicazioni e
della pubblica amministrazione, specie nei centri medi-piccoli.
Solo il 18,3% delle
donne si confida con i colleghi riguardo alla violenza. L'81,7%
delle donne prefersice invece non parlarne con nessuno dell'ambiente
lavorativo.
Intervenuta al
convegno, il ministro Cancellieri ha affermato che bisogna usare fermezza per
difendersi dalla violenza e bisogna fare della propria battaglia una
battaglia comune. Si é poi soffermata sulla situazione delle prostitute,
divenute delle schiave a tutti gli effetti.
Il ministro Fornero
ha invece garantito il massimo impegno del Governo, che farà il
possibile per ratificare la legge che tutela le donne sul posto di
lavoro entro questa legislatura. Il ministro ha poi aggiunto che la violenza
sul lavoro é prima di tutto "il tentativo di assoggettare una donna".
Infine il leader
Cgil, Susanna Camusso, ha affermato che bisogna prima di tutto cambiare la
cultura che determina la violenza, poiché ci sono ancora troppe persone che
hanno paura di denunciare.
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