sabato 1 dicembre 2012



Violenza e lavoro: binomio sempre più frequente
Sono sempre più numerose le donne che denunciano di essere stata vittima di violenza sul luogo di lavoro

di Paola Cavallo

La nostra Costituzione si apre con l'importante articolo che afferma che "L'Italia é una Repubblica democratica, fondata sul lavoro".
Ma, secondo gli ultimi dati Istat (http://www.istat.it/it/), non sempre recarsi a lavoro é sinonimo di benessere: sono diverse le persone costrette a subire giornalmente violenze sul posto di lavoro.
Vittime predilette sono le donne, con dati impressionanti. I risultati sono stati presentati dalla direttrice del dipartimento statistiche sociali e ambientali dell'Istat, Linda Laura Sabbadini, nell'ambito di un convegno sulla violenza alle donne nei luoghi di lavoro organizzato da Cgil, Cisl e Uil e a cui hanno partecipato anche il Ministro del Lavoro, Elsa Fornero, il Ministro dell'Interno, Anna Maria Cancellieri e il Segretario Generale della Cgil, Susanna Camusso.
Sarebbero circa 842 mila le donne che hanno denunciato di aver subito ricatti sessuali sul luogo di lavoro.
E poco più della metà, 488 mila, le donne a cui é stata richiesta una disponibilità a rapporti sessuali.
Ricatti sessuali subiti anche al momento dell'assunzione, per assicurarsi il posto di lavoro, con ben 247 mila donne a denunciarlo.
Per 234 mila donne il ricatto é stato subito per mantenere il posto di lavoro e avere la possibilità di fare carriera.
Sono invece 125 mila le lavoratrici che hanno subito varie forme di ricatto.
Infine, si stima che siano 224 mila le donne a rischio di molestia sul posto di lavoro.
Questo ha portato il 57,2% delle donne a cambiare lavoro volontariamente. Senza considerare che la crisi, oltre ad aver accentuato questo fenomeno, può aver portato anche molte donne a non denunciare la molestia per non perdere il proprio posto.
Analizzando i dati si nota come la violenza colpisca in modo particolare le donne tra i 35 e i 54 anni, con una maggiore frequenza per quelle che vivono da sole e tra diplomate e laureate.
I lavori più a rischio per le donne sono nell'ambito dei trasporti, delle comunicazioni e della pubblica amministrazione, specie nei centri medi-piccoli.
Solo il 18,3% delle donne si confida con i colleghi riguardo alla violenza. L'81,7% delle donne prefersice invece non parlarne con nessuno dell'ambiente lavorativo.
Intervenuta al convegno, il ministro Cancellieri ha affermato che bisogna usare fermezza per difendersi dalla violenza e bisogna fare della propria battaglia una battaglia comune. Si é poi soffermata sulla situazione delle prostitute, divenute delle schiave a tutti gli effetti.
Il ministro Fornero ha invece garantito il massimo impegno del Governo, che farà il possibile per ratificare la legge che tutela le donne sul posto di lavoro entro questa legislatura. Il ministro ha poi aggiunto che la violenza sul lavoro é prima di tutto "il tentativo di assoggettare una donna".
Infine il leader Cgil, Susanna Camusso, ha affermato che bisogna prima di tutto cambiare la cultura che determina la violenza, poiché ci sono ancora troppe persone che hanno paura di denunciare.



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