10 NOVEMBRE
PER MALALA, LA “FIGLIA DEL PAKISTAN”
Onu e governo pachistano alleati con il
coraggio dell’attivista quindicenne
di
Natalia Proto
“Il simbolo di tutto quello che abbiamo di buono”. Così è
stata definita Malala Yousafzai dal presidente del Pakistan Asif Ali Zardari.
La ragazza quindicenne si è guadagnata il titolo grazie al
grande coraggio che ha dimostrato nel denunciare su un diario online le sue
sofferenze sotto il regime dei fondamentalisti islamici. Il suo ruolo da attivista
ha scatenato però l’ostilità da parte dei talebani che si sono vendicati
ferendola con una pallottola alla testa.
Proprio per ricordare il tragico episodio l’Onu e il
governo pachistano hanno celebrato il 10 novembre il “Malala Day” in occasione
del primo mese di anniversario dell’attentato alla ragazza. Durante la giornata, l’ex premier britannico Gordon Brown ha
presentato una petizione online con un milione di firme per l’istruzione obbligatoria per tutti i bambini. Ciò che
Brown ha precisato è che la giornata è dedicata ''a sensibilizzare l'attenzione
pubblica sul diritto alla scuola di 32 milioni di ragazze in Pakistan''.
Oltre al presidente Asif Ali Zardari anche il premier Raja Pervez Ashraf è
intervenuto durante l’iniziativa, entrambi hanno inviati messaggi di supporto
alla causa dell’Onu.
Buone notizie anche per le famiglie povere cui sono stati
promessi contributi. È necessario però intervenire anche dal punto di vista
umano data la rilevanza della vicenda, che vede protagonista la “ragazza
coraggio” affinché si sensibilizzi l’opinione pubblica e affinché non si
dimentichi che prezzo abbia questo coraggio.
Il presidente, infatti, ha esortato a reagire e a non
lasciarsi intimidire dagli attacchi dei fondamentalisti, sebbene questi, spiega, “volevano uccidere il
Pakistan e non solo questa ''figlia del Pakistan”.
Si sono tenute poi altri incontri a Lahore a Karachi e
nella valle di Swat, luogo di origine di Malala, dove i compagni di classe
hanno pregato perché la ragazza guarisca presto.
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