lunedì 17 dicembre 2012



In 1600 a dire “Sì”

A Washington mega-nozze tre giorni dopo l’entrata in vigore della legge pro- matrimoni gay.  Anche a Londra cambiamenti.

di Giulia Candita

Ottocento coppie, milleseicento fra uomini e donne a dire “sì” dopo che la legge riguardo al matrimonio gay è stata approvata nello stato di Washington. Ma non è l’unico,  anche in Connecticut, Iowa, Massachusetts, New Hampshire, New York hanno accettato i matrimoni gay durante il referendum che si è svolto lo scorso 6 novembre.
L'entrata in vigore di questa nuova misura nello stato di Washington arriva appena pochi giorni dopo la storica decisione della Corte Suprema di valutare il diritto ai matrimoni omosessuali ancora vietati a livello federale ma ormai riconosciuti in molti Stati.
I nove giudici della Corte si riuniranno per la prima volta in marzo per ascoltare le diverse ragioni pro e contro e prendere una decisione attesa prima della fine di giugno. Le prime a dire “sì” sono state Sarah e Emily Cofer, due insegnanti di scuola elementare che si sono giurate amore eterno di fronte ad un giudice di un tribunale locale nella contea di Seattle. Altre due neo-spose, Robin e Danielle, vestite in giacca bianca con rosa all'occhiello, hanno spiegato: ''Il nostro rapporto è più forte che mai, ora che è anche riconosciuto dallo Stato. E speriamo che un giorno questo succeda in tutto il Paese''.
Contemporaneamente anche a Londra il primo ministro britannico, David Cameron - militante dei diritti omosessuali- chiede che persone dello stesso sesso possano unirsi in matrimonio con rito religioso. Proposta inaccettabile per la Chiesa cattolica che attraverso il cardinale O’Brien aveva già paragonato la legalizzazione delle nozze gay - annunciata dal governo Cameron, alla legalizzazione dello schiavismo. Addirittura l’arcivescovo e nunzio apostolico Antonio Mennini, aveva invocato una «santa alleanza» tra le religioni per fare pressione sul governo inglese contro i matrimoni gay.

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