sabato 1 dicembre 2012



Tutto comincia con grida e non deve mai finire in un profondo silenzio
Voglio essere una donna che ama abbastanza se stessa da non voler più soffrire”. (cit. Robin Norwood)
di Doriana De Gaetani, Giulia Conte

Il peggior nemico delle donne è il silenzio. Il silenzio e la vergogna. Perché le donne vittime di violenza e prepotenze spesso non vengono allo scoperto, non denunciano i propri persecutori non soltanto per timore delle ritorsioni ma perché si vergognano. Come se fossero loro le colpevoli. 
Una giornata dedicata alle donne di tutto il mondo, alla loro tutela e al loro diritto di essere trattate come tali, il 25 novembre commemora il primo incontro internazionale femminista, celebrato in Colombia nell’ anno 1980.
In quell' incontro la Repubblica Dominicana propose questa data in onore alle tre sorelle Dominicane Patria, Minerva e Maria Teresa Mirabal. In modo progressivo, molti paesi si sono uniti nella commemorazione di questo giorno, come simbolo del clamore e della denuncia di fronte al maltrattamento fisico e psicologico verso le donne e le bambine. Sono oltre 100 le mogli, le madri, le bambine, le adolescenti uccise a causa di uomini violenti e possessivi. I maltrattamenti e le violenze alle donne sono ancora oggi considerati fatti della nostra quotidianità, che colpiscono poche donne e, pertanto, non meritevoli di un impegno costante e significativo da parte degli organi dello Stato.
Un elemento significativo che accompagna le storie di violenza è la presenza di gelosie ingiustificate e di pesanti forme di controllo, che si manifestano in relazione agli aspetti più minuti della quotidianità. In ogni modo l’insorgere della violenza nella relazione non è prevedibile, anche perché molte storie di donne ci insegnano che gli episodi si sono verificati all’interno di relazioni basati all’insegna della normalità. Ed è per questo che molte donne negano l’evidenza, non riescono a credere a quello che vedono. Ma quando non è più possibile negare la realtà dei fatti, può subentrare uno stato di confusione e di sofferenza, che si acuisce se i tentativi di aprire un dialogo, un confronto, trovano risposte aggressive. Gelosia, controllo e protezione sono comunemente considerati come il corollario naturale della vera passione amorosa maschile e offrono l’illusione alle donne di essere costantemente al centro dell’attenzione e, forse, anche un’illusione di potere. “Femmicidio e femminicidio sono crimini di Stato tollerati dalle pubbliche istituzioni per incapacità di prevenire, proteggere e tutelare la vita delle donne, che vivono diverse forme di discriminazioni e di violenza durante la loro vita” ha detto Manjoo lunedì a Ginevra -. 
In Italia, sono stati fatti sforzi da parte del Governo, attraverso l’adozione di leggi e politiche, incluso il Piano di Azione Nazionale contro la violenza.
Questi risultati non hanno però portato a una diminuzione di femminicidi o sono stati tradotti in un miglioramento della condizione di vita delle donne e delle bambine.


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