domenica 25 novembre 2012



Ogni bambino ha diritto ad un sorriso.
Giornata mondiale dell’infanzia 20 novembre 2012

di Doriana De Gaetani

Una giornata dedicata ai bambini di tutto il mondo, alla loro tutela e ai loro diritti finalizzata ad eliminare abusi e violenze sui minori.
Istituita il 20 novembre 1989, la giornata mondiale dell’infanzia e dell’adolescenza celebra la data in cui venne approvata dall'assemblea generale delle Nazioni Unite la Convenzione Internazionale sui Diritti dell'Infanzia.
La celebrazione del 20 novembre, in realtà, risale alla risoluzione 856 (IX) del 14 dicembre 1954, nella quale l’Assemblea generale delle Nazioni Unite, sulla base della precedente Dichiarazione dei diritti del fanciullo (20 novembre 1959), ha raccomandato che tutti i paesi istituissero una giornata per i diritti dell’infanzia, quale giornata di iniziative dedicata alla promozione degli ideali e degli obiettivi fissati nella Dichiarazione ed alla promozione del benessere dei bambini e degli adolescenti.
Entrò in vigore il 2 settembre 1990 ed esprime un largo consenso su quali siano gli obblighi degli Stati e della comunità internazionale nei confronti dell’infanzia, codificando in maniera significativa le norme internazionali applicabili ai bambini.
Tutti i Paesi del mondo (eccetto Somalia e Stati Uniti) hanno ratificato questa Convenzione.
Nel nostro paese è stata ratificata il 27 maggio 1991 con la legge n.176. Oggi aderiscono alla Convenzione 193 Stati, un numero che supera quello degli Stati membri dell’ONU.  
Una celebrazione  importante per l’Italia e per gli altri 172 stati che riconoscono il bambino come persona, e quindi sullo stesso piano di tutti gli altri componenti della società.
Oggi sempre più tantissimi  bambini vivono condizioni di  svantaggio, privi dei servizi essenziali e del diritto di crescere bene, come sottolinea anche, con precisi dati, l’ultimo Rapporto Unicef.
Fatti e numeri che non ci possono  vedere insensibili e lontani, anzi ci devono far riflettere se davvero teniamo ai più piccoli, alla loro crescita: alla  persona indifesa e vulnerabile che rappresentano.
Certo la strada è ancora lunga perché si possa parlare di “bambino tutelato”, ma le buone premesse ci sono tutte.

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