domenica 25 novembre 2012



Eurogruppo: nulla di fatto per la Grecia, ma lunedì una possibile intesa

di Elena Lupo e Beatrice Padula

La riunione dell’Eurogruppo, tenutasi a Bruxelles per risolvere il problema economico della Grecia, è terminata senza un accordo definitivo; i ministri finanziari dell’Eurozona, pertanto, torneranno a riunirsi il 26 novembre per discutere sugli aspetti tecnici per una riduzione del debito pubblico greco.
L’argomento delle trattative è stato quello di ridurre i tassi di interesse sulle linee di credito e di obbligazioni buy-back dei titoli greci sul mercato secondario, allungamento delle scadenze obbligazionarie, cancellazione parziale dei prestiti bilaterali alla Grecia.
I governi non sono stati in grado di trovare un equilibrio politicamente accettabile ed economicamente viabile.
"Ci sono chance, non si sa, ma ci sono chance che ci sia una soluzione lunedì prossimo" ha detto la Merkel sulle decisioni relative ad Atene, e ha ribadito: "Questa voglia di una unica azione, di una mossa decisiva, di una verità non troverà risposta" .
Il premier greco Antonis Samaras mette in guardia i partner europei dopo lo slittamento di una decisione dell'Eurogruppo sugli aiuti alla Grecia.
Si tratta di un aspetto cruciale sia per rendere sostenibile il risanamento dell'economia greca, sia per limitare  i nuovi aiuti europei al paese mediterraneo in grave crisi finanziaria.
 “Il fondo monetario internazionale ha il dovere di fare ciò che deve, non è solo il futuro del nostro paese, ma la stabilità dell’intera zona euro dipende dal successo dell’esito di questo impegno”.
Il presidente dell’Eurogruppo, J.Claude Juncker, ha risposto così all’intervista, appena dopo la chiusura della riunione: “in Europa io non mi faccio più illusioni ma un accordo sarà possibile lunedì.”
Christine Lagarde , direttrice del Fondo Monetario Internazionale, ha sostenuto che fra Eurozona ed FMI le posizioni si sono ravvicinate  riguardo alle misure per garantire la sostenibilità del debito greco. La donna aveva espresso il suo disaccordo rispetto all’Eurogruppo di posporre di due anni i paletti di rientro dal debito, ora fissati al 120% da raggiungere nel 2020.
La riunione potrebbe apparire un fallimento, ma se l'obiettivo dei governi è di trovare una soluzione più durevole alla crisi greca il rinvio appare se non giustificabile, almeno comprensibile.




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