sabato 26 maggio 2012


”Coltivate la vita, la libertà, la bellezza.”

Vendola si rivolge ai giovani

di Pierpaolo Lippolis

Nichi Vendola agli studenti e alle studentesse di Puglia: “Non avrei mai voluto vedere ciò che ho visto, la morte messa inscena dinanzi ad una scuola, la morte oscena e molesta che azzanna la vita adolescente, la vita allegra dei figli che varcano la soglia di un luogo sacro, deputato all’educazione e alla conoscenza. Non avrei mai voluto vedere, dinanzi a quell’istituto professionale intitolato a Francesca Morvillo Falcone, gli zainetti e i quaderni e i detriti di un’esplosione che squarcia la città di Brindisi, oggi capitale del dolore, che irrompe nella trama delicata e complessa della nostra convivenza, che sposta la soglia della disumanità oltre ogni limite. Una violenza sacrilega: spacca il cuore della scuola, oltraggia le famiglie, porta terrore, si innalza sulle vette della barbarie e contempla il proprio scempio. Tu manda Melissa a scuola, dove deve partecipare alla festa dell’imparare: ad essere cittadina consapevole, socievole, solidale. Melissa non torna più. Chi sa rispondere alla domanda che tutti si pongono, come in una litania triste e disperata: perché? Perché spezzare questa esistenza ancora così giovane, perché cercare nemici da abbattere laddove ci sono solo ragazzine? La mafia, il terrorismo, la strategia della tensione, una vendetta privata, l’avventura di un folle: ora tocca agli investigatori provare a sgranare il rosario di tutti i perché. A noi tocca trovare le parole giuste, quelle che spesso ci mancano, per dire il dolore, per dire che non ci arrendiamo, per dire che difenderemo la vita contro i trafficanti di odio e di morte. A voi, ragazzi e ragazze che oggi piangete le vittime di questo orrendo crimine, vorrei dire che la migliore risposta a chi semina lutti è coltivare la vita, curare la libertà e la bellezza, usare la cultura come l’antidoto al degrado morale che partorisce la violenza”.
Queste sono le parole di un uomo indignato. Sono le parole di un uomo che non può far altro che guardare i resti della bomba esplosa  sabato davanti all’entrata dell’Istituto “Morvillo Falcone” a Brindisi. Il sangue, le cartelle, i detriti, i corpi bruciati, lanciati, e poi quello di Melissa, ormai privo di vita, inerme. Ma c’è una scheggia che la bomba ha piantato dentro ognuno di noi, una scheggia che resta, perdura, ci accompagna la mattina a scuola, a lavoro, a comprare il giornale, a tornare  a casa, a dormire. È l’ignobile dolore per la perdita di una ragazza, per questa trafugata barbara della vita. È il tarlo che continuamente ci ricorda che Melissa non doveva morire così, una normale mattina di maggio. È la totale rinuncia a un mondo composto da violenza, dolore e morte, è la volontà di tutti, uomini e donne, ma soprattutto di noi ragazzi, di poter cambiare le cose, di combattere per il futuro, di desiderarlo libero da tutte le forme di terrorismo, malavita, egoismo e corruzione.
Per questo il presidente della regione Puglia, Nichi Vendola, si rivolge direttamente a noi studenti, e ci invita a “coltivare la vita, curare la libertà e la bellezza, usare la cultura come l’antidoto al degrado morale che partorisce la violenza.” Ci chiede con forza e con estrema passione di non lasciarci uccidere dalla stessa bomba, che si è macchiata del sangue di Melissa. Ci chiede, invece, di combattere, di farci forza, di utilizzare la forza della gioventù, piena di sogni, di speranze. Ci chiede di non lasciare nell’oblio delle cose scordate un atto del genere, ma di sentirlo dentro ogni giorno per poter prendere al balzo quell’impeto di vita, quell’energia che abbiamo dentro noi ragazzi. Di far nascere nuove esplosioni in noi: esplosioni di rivoluzione, di libertà, di leggerezza e giustizia.

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