mercoledì 16 maggio 2012


PEPPINO IMPASTATO: LA SUA VOCE DOPO TRENTAQUATTRO ANNI
                                  PER RICORDARE L’IDEATORE DI “RADIO AUT”
Giammarco Spina

Qualche giorno fa, molti hanno ricordato il 34° anniversario della morte di Peppino Impastato, attivista contro la mafia ed  ideatore di “Radio Aut”. 
Peppino è stato assassinato dalla mafia la notte del 9 maggio 1978, proprio la stessa notte in cui, poche ore dopo, fu ritrovato il corpo di Aldo Moro in via Caetani, a Roma, a metà strada tra Piazza del Gesù, sede della Dc e via delle Botteghe Oscure, storica sede del Pci.
Peppino era nato a Cinisi in una famiglia mafiosa. Suo padre, Luigi, era amico del numero uno di Cosa nostra, Tano Badalamenti, suo zio era Cesare Manzella, capomafia ucciso con una Giulietta al tritolo nel 1963.
Una vita già tracciata, una strada da seguire, quella dell'onore alimentato dal sangue e dalla violenza, a cui, però, Peppino si ribellò, rompendo con il padre quando era ancora poco più che un ragazzo.  
Negli anni successivi, Peppino si lanciò in un'intensissima attività politico-culturale antimafiosa. La denuncia dei traffici internazionali di droga e delle speculazioni dei signori del cemento arrivò con la nascita di Radio Aut, un'emittente privata autofinanziata attraverso la quale Impastato inveì contro gli affari del capomafia Gaetano Badalamenti.
Nel 1978 si candidò nella lista di Democrazia Proletaria alle elezioni comunali. La sua elezione, però, arrivò qualche giorno dopo la sua morte.
Oggi a portare avanti il ricordo di Peppino è suo fratello Giovanni Impastato, impegnato in molte manifestazioni e fondatore della “ Casa memoria Felicia e Peppino Impastato”, dedicata anche alla madre. Giovanni ha chiesto per questo giorno anche una messa per ricordare suo fratello Peppino, ma questa gli è stata negata, giustificando con l’affermazione che “i tempi non sono ancora maturi “ .
In realtà, la vera motivazione sta nel fatto che la Chiesa non può ancora accettare di commemorare un comunista, un rivoluzionario, anche se si è battuto per una causa comune ed è stato punito per questo con la morte. 
A Cinisi, si è svolta la marcia dei 100 passi dei sindaci; il nome è stato scelto per ricordare la distanza che separava la casa di Peppino da quella del boss Tano Badalamenti. Questa manifestazione si è aperta con il saluto di Agnese Moro, figlia del famoso statista ucciso dalle Brigate Rosse.
“Tuo fratello e mio padre erano molto diversi. Ma qualcosa li unisce, qualcosa che viene prima e va al di là del fatto di essere stati uccisi, e per di più lo stesso giorno. Credo che entrambi amassero la giustizia e la liberazione, da ottenere con la mite e coraggiosa strada della democrazia, che è tale solo con l'assunzione di responsabilità da parte di ognuno”.
Queste sono state le parole che hanno segnato questo giorno, in cui si commemora la scomparsa di due grandi uomini, di fazione politica diversa ma di scopi simili. Questi due grandi sono stati Aldo Moro e Peppino Impastato e noi li ricorderemo sempre per ciò per cui si sono battuti, la libertà.





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