MORIRE PER I PROPRI DIRITTI
di
Federica Gioia e Antonella Matarrelli
Gravi
le condizioni del giovane operaio, di origine marocchina, che davanti al Palazzo Barbieri, sede municipale di Verona, ha tentato il suicidio dopo non
aver percepito lo stipendio per ben quattro mesi, come ha lui stesso
dichiarato.
Sin dall’antichità, l’uomo ha
sempre lottato per i propri diritti, ma per uno in particolare: essere ripagato
per il lavoro svolto con impegno e dedizione.
Questo è stato a spingere il
ventisettenne operaio edile di un consorzio cooperativo di servizi d’impresa a
compiere il gesto estremo di cospargersi
di benzina, provocandosi gravi ustioni alla testa e alle gambe.
L’aiuto della compagnia dei Carabinieri è stato fondamentale per la
vita del giovane muratore, infatti, grazie al loro immediato intervento, non si
trova in pericolo di vita, ma è ricoverato presso l’ospedale civile maggiore di
Verona.
Dopo i primi soccorsi, sono
riusciti anche a recuperare l’accendino
e la bottiglia, con i quali aveva deciso di farla finita.
Non è questa la prima volta che
un uomo tenta di rivendicare i propri diritti, togliendosi la vita; infatti,
come è stato dichiarato dal segretario
del Prc Paolo Ferrero: “Nel paese si moltiplicano i gesti di disperazione
come l'ultimo tentato suicidio dell'operaio edile che si e' dato fuoco oggi a
Verona: la responsabilità di tanta disperazione, che coinvolge operai e piccoli
imprenditori che non sanno come pagare i loro debiti, sta nelle politiche del
governo e delle banche “ .
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