martedì 1 febbraio 2011

Pablo Neruda

di Sabrina Nica e Mariangela Corrado


«La poesia è un atto di pace. La pace costituisce il poeta come la farina il pane».




Una poesia mai banale, che attacca le convenzioni della sua società, i sentimenti codificati. Una poesia opposta alla purezza e alla freddezza delle poesia moderniste. Questa è la poetica di Neruda, l'uomo che ha cambiato il modo di fare poesia nell'epoca moderna.

Nasce il 12 luglio 1904 a Parral (Cile), non lontano dalla capitale Santiago e rimane orfano di madre dopo solo un mese di vita. Il suo vero nome è Neftali Ricardo Reyes Basoalto. Il futuro poeta comincia presto a mostrare interesse per la letteratura. Il padre lo avversa ma l'incoraggiamento arriva da Gabriela Mistral, futuro Premio Nobel che sarà sua insegnante durante il periodo di formazione scolastica. Il suo primo lavoro ufficiale come scrittore è l'articolo "Entusiasmo y perseverancia" che pubblica a soli 13 anni sul giornale locale "La Manana". Nel 1920 per le sue pubblicazioni inizia a utilizzare lo pseudonimo di Pablo Neruda, che in seguito gli verrà riconosciuto anche legalmente. Neruda nel 1923 ha solo 19 anni e pubblica il suo primo libro: "Crepuscolario". Già l'anno seguente riscuote notevole successo con "Venti poesie d'amore e una canzone disperata".
A partire dal 1925 dirige la rivista "Caballo de bastos". Intraprende la carriera diplomatica a partire dal 1927: viene nominato prima console a Rangoon, poi a Colombo.
Nel 1933 è console a Buenos Aires, dove conosce Federico Garcia Lorca. Allo scoppio della Guerra Civile (1936) parteggia per la Repubblica e viene destituito dall'incarico consolare. Si reca quindi a Parigi. Qui diviene console per l'emigrazione dei profughi cileni repubblicani.
Nel 1940 Neruda viene nominato console per il Messico, dove incontra Matilde Urrutia, per la quale scrive "I versi del capitano". Viene eletto senatore nel 1945 e si iscrive al partito comunista. Nel 1949 dopo un periodo di clandestinità, per sottrarsi al governo anticomunista di Gabriel González Videla, fugge dal Cile e viaggia attraverso Unione Sovietica, Polonia e Ungheria. Tra il 1951 e il 1952 passa anche per l'Italia. Vi ritorna poco dopo e si stabilisce a Capri. Tra il 1955 e il 1960 viaggia in Europa, Asia, America Latina.

Nel 1966 viene fortemente criticato dagli intellettuali cubani per un suo viaggio negli Stati Uniti.
Pablo Neruda riceve il Premio Nobel per la Letteratura nel 1971. Muore a Santiago il 23 settembre 1973.

Tra le sue opere più importanti vi sono "Residenza sulla terra", "I versi del Capitano", "Cento sonetti d'amore", "Canto generale", "Odi elementari", "Stravagario", "Le uve e il vento", il dramma "Splendore e morte di Joaquin Murieta" e il libro di memorie "Confesso che ho vissuto".


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