La televisione rimane comunque più amata della carta stampata perché, come di consuetudine, l’uomo sceglie la via più semplice
di Gioia Federica e Iunco Stefania
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L’indagine “Aspetti della vita quotidiana” rileva ogni anno informazioni sulla lettura di libri nel tempo libero.
Nel 2009 il 45,1% della popolazione di 6 anni e più (oltre 25 milioni e 300 mila persone) dichiara di aver letto almeno un libro. La quota più alta di lettori si riscontra tra la popolazione di 11-17 anni (oltre il 58%), con un picco tra gli 11 e i 14 anni (64,7%), e decresce all’aumentare dell’età. Già a partire dai 35 anni la quota di lettori scende sotto il 50%, per diminuire drasticamente dai 65 anni in poi e raggiungere il valore più basso tra la popolazione di 75 anni e più (22,8%). Questi alcuni dei dati che emergono da un indagine Istat (La lettura di libri in Italia 2009).
Perché oggi i giovani non leggono?
Forse questa domanda non è affatto corretta. In realtà i ragazzi leggono, anche se poco. Hanno sicuramente più stimoli e quindi più distrazioni rispetto a quelli di anche solo 30 anni fa. Televisione a tutte le ore, internet, videoteche, videogiochi, tutto concorre
a ridurre sensibilmente il tempo da dedicare alla lettura. Gli studenti, solitamente, non amano leggere. Perché la loro esperienza di lettura quotidiana è legata allo studio o ai compiti. I testi che si consigliano a scuola, solitamente sono lunghissimi e impegnativi. I libri di letteratura colta sono letti quasi esclusivamente per ordine dei professori. Il fatto che si abbia una scadenza e magari sia anche obbligatoria una recensione scritta
in seguito alla lettura va ad aggiungersi allo scoglio già enorme che è la lunghezza dei testi.
L'incentivo alla lettura, dunque, proviene essenzialmente dalla scuola. Ma, proprio per questo, gli studenti vivono la lettura come un obbligo poco piacevole. Difatti a scuola si leggono soprattutto i libri classici, scritti con un linguaggio diverso da quello attuale e dai temi a volte superati e poco interessanti.
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