giovedì 4 giugno 2009

Intervista a "Kokka-gol", rivelazione del torneo scolastico.

di Fabrizio Moretto e Giuseppe Massa

Nome: Giuseppe
Cognome: Lavermicocca


Soprannomi?

“Si, tutti mi chiamano Kokka gol”.


Hai il numero sette. C’è qualche motivo in particolare?
“Sicuramente ha più un valore affettivo, visto che mi ricorda gli anni di Shevchenko al Milan. Poi l’hanno iniziato ad usare tanti altri campioni, come C.Ronaldo, Figo, Raul, Pato, Villa, e finora mi ha portato sempre fortuna”.


Da quando hai questa passione?
“Fin da quando ero piccolo. Papà già a cinque anni mi portò allo stadio per la prima volta e vedere quei giocatori inseguire un pallone fece scattare qualcosa dentro di me”.


Qual è la tua squadra del cuore?
“Il Milan. Ho avuto la fortuna di nascere alla fine degli anni ’80 quando il Milan raggiunse l’apice. Aveva giocatori del calibro di Van Basten, Gullit e Baresi. Era impossibile non amarlo! Penso sia la squadra più forte che abbia mai visto”.

Chi è il tuo idolo?
“Senza dubbio il capitano Paolo Maldini, ha vinto tutto. È a lui che mi sono sempre ispirato. Ho vinto il mio primo campionato nel giorno del suo addio. Chissà magari è un segno del destino”.


Cosa ne pensi dei fischi nel giorno del suo addio a San Siro?
“Io li definirei indecenti. Come si può fischiare qualcuno che ha onorato per 25 anni una stessa maglia, ogni anno con una volontà e uno spirito maggiori. Ha rappresentato l’Italia in tutt’Europa e nel Mondo”.






Ritorniamo a te ora, in che ruolo giochi?
“Come ogni anno avevo iniziato da difensore laterale destro, poi vedendo la mia buona vena realizzativa adesso gioco in attacco”.


Quanti gol hai fatto in tutto il campionato?
“38. Non mi posso di certo lamentare. Gli altri anni avevo raggiunto a malapena i 15 gol. Quest’anno ho avuto più occasioni di andare in rete, grazie anche ai miei nuovi compagni”.


Come mai hai cambiato sempre squadra?
“Per cercare sempre di migliorare, e cercare di vincere qualcosa. Infatti quest’anno è stato quello giusto”.

Qual è stata la svolta?
“La squadra è stata molto competitiva, rispetto gli altri anni. Ci mancava sempre qualcosa, il passo decisivo per sfondare. Quest’anno ogni singolo elemento è migliorato individualmente. E penso che per il modo in cui abbiamo giocato, il campionato ce lo siamo proprio meritato”.


Questo è stato il 6° anno nel campionato dello Scientifico. Praticamente sei un veterano. Cosa è cambiato dal primo anno a ora?
“Beh, prima c’era più competitività, ora il trofeo se lo contendono solo in due, massimo in tre squadre. E poi quest’anno, dopo tanto, mi sono spostato di qualche metro più avanti”.


Con gli altri componenti della squadra hai buoni rapporti anche fuori dal campo?
“Sì, ogni tanto andiamo a mangiare una pizza insieme. La sera la passiamo tra noi. Siamo molto affiatati, forse è questa la nostra forza. La squadra è compatta sia dentro che fuori dal campo”.


A chi dedichi questo successo?

“Ai miei compagni, che mi hanno regalato un anno indimenticabile”.


Bene. Ti ringraziamo. In bocca al lupo, per il futuro e ti auguriamo di vincere ancora tanto e di seguire la carriera del tuo idolo.
"Crepi il lupo, sarà difficile raggiungere il mio idolo, ma nel mio piccolo ci proverò".

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