giovedì 28 maggio 2009

Fabrizio De Andrè: tra mito e poesia

di Francesca Di Summa


Fabrizio De Andrè cantautore italiano, nato a Genova il 18 febbraio del 1940 e morto a Milano l’11 gennaio 1999. Faber (soprannome derivante dall'amore per il futuro datogli dall’amico d’infanzia Paolo Villaggio) in quasi quarant’anni di carriera ha composto solo otto canzoni di cui è autore sia del testo che della musica e ha prodotto quindici album. Le sue opere parlano principalmente di storie di emarginati, ribelli, prostitute e persone spesso ai margini della società. I suoi testi vengono considerati componimenti poetici, inseriti in molte antologie scolastiche di letteratura. La sua discografia non è numerosissima come, del resto, inesistenti fino al 1975 erano i suoi concerti. L'album del debutto è Tutto Fabrizio De André (1966, ristampato due anni dopo con il titolo di La canzone di Marinella).


«Questa di Marinella è la storia vera

che scivolò nel fiume a primavera

ma il vento che la vide così bella

dal fiume la portò sopra a una stella».

(La canzone di Marinella).


Gli anni fra il 1968 e il 1973 furono fra i più proficui per l'autore, che iniziò la serie con Tutti morimmo a stento, a cui segue La buona novella; un album importante, che riporta il pensiero cristiano nei primitivi confini di un'umana dimensione della fratellanza, in forte contrapposizione con la dottrina di sacralità e verità assoluta, che il cantautore sostiene essere inventata dalla Chiesa al solo scopo di esercitare il potere.

Un crescendo creativo che, nel 1971 culminò in Non al denaro, non all'amore né al cielo, libero adattamento di alcune poesie della Antologia di Spoon River, opera poetica di Edgar Lee Masters. De André scelse nove delle 244 poesie e le trasformò in altrettante canzoni.

Le nove poesie scelte toccano fondamentalmente due grandi temi: l'invidia (Un matto, Un giudice, Un blasfemo, Un malato di cuore) e la scienza (Un medico, Un chimico, Un ottico). I titoli delle canzoni di De André sono generici (un giudice, un medico) per sottolineare che le storie di questi personaggi sono esempi di comportamenti umani che si possono ritrovare in ogni epoca e in ogni luogo.

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