domenica 9 dicembre 2012



Risanare l’economia italiana: solo un’utopia

di Federica Gioia e Antonella Matarrelli

Divario sempre più grande tra l’Italia e gli altri Paesi europei, a causa di una ripresa che procede lenta, accompagnata da una situazione catastrofica del mercato del lavoro, che penalizza soprattutto le donne ed i giovani.
Secondo un rapporto pubblicato dall'Istituto Nazionale di Statistica Italiana (Istat) , la crisi economica ha colpito duramente i giovani, non solo con un aumento dei disoccupati, ma anche con la diffusione del fenomeno dei Neet.
Sono poco oltre 2,1 milioni (più 134mila) i giovani fra i 15 e i 29 anni che non lavorano e non frequentano alcun corso di istruzione o formazione. Si tratta di una condizione preoccupante perché permane nel tempo.
Un italiano su 4 è a rischio povertà, non riuscendo ad arrivare alla fine del mese, e forse, con l’aiuto dei genitori o con dei lavoretti extra, molti riescono a condurre una vita quanto meno dignitosa.
Gli osservatori europei sono, infatti, preoccupati per la situazione italiana, che sembra non risollevarsi e non riescono a provvedere un futuro del tutto roseo. La crisi uccide ormai quasi due persone ogni 24 ore: nel 2010 si sono suicidati in media quasi un disoccupato al giorno (362 nell’anno) e un imprenditore, o più in generale un lavoratore autonomo (336 nell’anno).
A cedere alla disperazione sono soprattutto uomini e per la maggior parte persone che avevano un lavoro e lo hanno perso (288 su 362).  Dietro queste fredde cifre diffuse dall’Eures ci sono corpi e sentimenti. Persone che muoiono e familiari gettati in una doppia disperazione, che vengono lasciati in completa solitudine. A loro soccorso intervengono, però, alcune associazioni, come «Speranza al lavoro», battezzata a Vigonza (Padova) nell’aprile scorso, che tenta di creare una rete solidaristica attorno ai familiari delle vittime della crisi e dell’indifferenza verso il lavoro. Un’associazione animata, in particolare, da due giovanissime donne, figlie orfane di padri imprenditori che non hanno sopportato il peso del decadenza economica e sociale. I motivi per cui giovani vite e padri di famiglie decidono di togliersi la vita sono sempre gli stessi: impossibilità a pagare i debiti, a mangiare, disoccupazione e così via.
Evento che ha colpito l’opinione pubblica è stato il suicidio di Generoso Armenante, a Salerno, che era disoccupato da 2 anni e ha deciso di togliersi la vita impiccandosi, lasciando un biglietto d’addio, ai suoi cari, con su scritto:  “ Perdonatemi, sono un fallito. Non ce l’ho fatta più, per questo motivo ho deciso di sparire per sempre . 


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