Risanare l’economia italiana: solo un’utopia
di Federica Gioia e Antonella Matarrelli
Divario sempre più grande tra l’Italia e gli altri Paesi europei, a causa
di una ripresa che procede lenta, accompagnata da una situazione catastrofica del mercato del lavoro, che penalizza
soprattutto le donne ed i giovani.
Secondo un rapporto pubblicato dall'Istituto Nazionale di Statistica
Italiana (Istat) , la crisi economica ha colpito duramente i giovani, non solo con un aumento dei
disoccupati, ma anche con la diffusione del fenomeno dei Neet.
Sono
poco oltre 2,1 milioni (più 134mila) i giovani fra i 15 e i 29 anni che non
lavorano e non frequentano alcun corso di istruzione o formazione. Si tratta di
una condizione preoccupante perché permane nel tempo.
Un
italiano su 4 è a rischio povertà,
non riuscendo ad arrivare alla fine del mese, e forse, con l’aiuto dei genitori
o con dei lavoretti extra, molti riescono a condurre una vita quanto meno
dignitosa.
Gli
osservatori europei sono, infatti, preoccupati per la situazione italiana, che
sembra non risollevarsi e non riescono a provvedere un futuro del tutto roseo. La crisi
uccide ormai quasi due persone ogni 24 ore: nel 2010 si sono suicidati in media
quasi un disoccupato al giorno (362 nell’anno) e un imprenditore, o più in
generale un lavoratore autonomo (336 nell’anno).
A cedere alla disperazione sono soprattutto uomini e
per la maggior parte persone che avevano un lavoro e lo hanno perso (288 su
362). Dietro queste fredde cifre diffuse dall’Eures ci
sono corpi e sentimenti. Persone che
muoiono e familiari gettati in una doppia disperazione, che vengono lasciati in
completa solitudine. A loro soccorso intervengono, però, alcune associazioni, come
«Speranza al lavoro», battezzata a
Vigonza (Padova) nell’aprile scorso, che tenta di creare una rete solidaristica attorno ai familiari delle vittime della crisi e
dell’indifferenza verso il lavoro. Un’associazione animata, in particolare, da
due giovanissime donne, figlie orfane di padri imprenditori che non hanno
sopportato il peso del decadenza economica
e sociale. I
motivi per cui giovani vite e padri di famiglie decidono di togliersi la vita
sono sempre gli stessi: impossibilità a pagare i debiti, a mangiare,
disoccupazione e così via.
Evento che ha colpito l’opinione pubblica è stato il suicidio di Generoso Armenante, a Salerno, che era disoccupato da 2 anni e ha
deciso di togliersi la vita impiccandosi,
lasciando un biglietto d’addio, ai suoi cari, con su
scritto: “ Perdonatemi, sono un fallito. Non ce l’ho fatta più, per questo
motivo ho deciso di sparire per sempre ”.
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