mercoledì 9 maggio 2012


Può un’ ideologia politica ancora oggi causare stragi?
“Il più sofisticato e spettacolare attacco politico mai commesso in Europa dai tempi della Seconda guerra mondiale”

di Giulia Candita e Pietro Marraffa

Le ideologie politiche non sono fatte solo di ideali e belle parole, ma anche di violenza e razzia nei confronti della libertà personale.
Ne è un esempio il pluriomicida Anders Behring Breivik, che non ha mai mostrato segni di pentimento, poiché, fin dal giorno del suo arresto, in nome della sua ideologia politica, si prende gioco dei giudici e delle famiglie infrante durante il processo che si sta tenendo in questi giorni a Oslo.
“Sì, lo rifarei di nuovo. Ho portato a termine il più sofisticato e spettacolare attacco politico mai commesso in Europa sin dai tempi della Seconda guerra mondiale”: sono parole forti  quelle che escono dalla bocca di  Breivik, parole non di un pazzo, ma di un uomo senz’ anima.
Nello scorso Luglio, il neonazista norvegese uccise a sangue freddo 77 persone colpendo la sede del Governo e  un campo estivo di giovani, nell'isola di Utoya, "per legittima difesa" dell'identità nazionale della Norvegia, minacciata a suo dire dal "multiculturalismo" provocato dall'immigrazione.
Era dai tempi della Seconda Guerra Mondiale che morte e politica non si incontravano generando ingiustificate stragi ed uccisioni di innocenti e non è bastato tutelare i diritti umani con leggi, sottoscrizioni e associazioni varie.
L’uomo, in questo caso Breivik, non mostra risentimenti, convinto, sino in fondo, di aver agito dalla parte del “Bene”, di aver commesso un’azione giusta anche se estrema.
Non un pazzo, ma uno schiavo del pensiero politico, forse un convinto estremista che ha condannato tanti giovani laburisti e che continua a condannare, accennando sorrisi e lacrime di fronte alla palese verità. Solo al termine di queste dieci settimane si arriverà ad una conclusione.
  

Nessun commento:

Posta un commento