venerdì 8 aprile 2011

Quando è difficile dire “Io sono contro”


I ragazzi oggi sono in balia del conformismo

di Andrea Pesare

Si sa che l’adolescenza è un periodo turbolento, pieno di scontri col mondo dei “grandi”.

Spesso gli adolescenti risentono della turbolenza di un mondo che gira a una velocità impensabile rispetto a una generazione fa. E proprio per questa confusione anche gli adolescenti sono sempre più confusi.

Basti pensare a tutta l’indifferenza che spesso è riversata sulle tematiche che più dovrebbero coinvolgerli perché riguardano il loro futuro come ad esempio una politica che va a rotoli, un dibattito sul nucleare, l’emergenza delle guerre.

Come costruire un domani se prima non lo si sogna?

Come porre i pilastri se prima non si conoscono le fondamenta?

Non si può proporre un’idea di futuro se prima non si hanno delle basi. E sono queste basi che mancano alla generazione odierna, persa dietro griffe, telefoni e pc, interminabili messaggi farciti di smile che non hanno la forza di stupire l’altro.

E il segreto è questo: lo stupore. Non ci si stupisce più per niente, non si ha più la bellezza della meraviglia. I bambini sono felici, eppure si accontentano di poco. Anche per gli anziani è così.

Perché per la “generazione di mezzo” non è così? Forse per abitudine, forse per ignavia, forse per una rassegnazione intrinseca alla sicurezza di un intervento altrui.

Manca la sfrontatezza, l’impegno, il coraggio di dire fortemente “no”.

Vero ciò che diceva A. Einstein: “I problemi non possono essere risolti allo stesso livello di pensiero che li ha generati”, però è anche vero che un piccolo sforzo va fatto per trovare nuove soluzioni.

Solo così si potrà mettere in moto una macchina che, con la giusta benzina, non si fermerà più.


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