giovedì 28 aprile 2011

Noi credevamo

di Mariangela Corrado



Il film, diretto da Mario Martore, è certamente un film dalle grandi ambizioni. Terzo film italiano in concorso alla Mostra di Venezia, “Noi credevamo” affronta un bel pezzo di storia della nostra patria a partire dai moti mazziniani fino all’Unità d’Italia. Il desiderio del regista è offrire un quadro storico dell’Italia risorgimentale, ma anche scendere nel dettaglio dell'esperienza di quegli uomini comuni che il Risorgimento lo hanno vissuto e nel descrivere i loro sentimenti patriottici. Proprio per questo motivo il regista suddivide il film in quattro parti che descrivono i principali eventi del Risorgimento attraverso le vite dei protagonisti: Domenico e Angelo, fratelli dalle nobili origini, e il giovane popolano Salvatore. Amici sin dall'infanzia, diversi in tutto, i tre sono accomunati dal forte senso patriottico che li spinge a unirsi giovanissimi a La Giovine Italia di Mazzini. Abbandonato il Cilento, i tre raggiungono Parigi, dove hanno modo di conoscere la principessa Cristina di Belgiojoso, fervente patriota, ma anche paladina dei diritti delle donne e dell’istruzione del popolo. La principessa avrà un ruolo importante nella formazione dei due nobili, intrecciando una storia d’amore con Angelo. I due fratelli e Salvatore partecipano al tentativo di assassinare Re Carlo Alberto e ai moti savoiardi del 1834. Il fallimento di entrambe le missioni farà emergere le loro idee discordanti, la differenza di classe e il diverso modo di intendere la lotta per la libertà. Tutto questo porterà la loro amicizia a disintegrarsi. Mentre Domenico ha cieca fede nella repubblica, Angelo diventa sempre più estremista e le sue azioni si fanno sempre più violente durante l'arco del film. Ad Angelo, infatti, basta poco per sospettare del tradimento di Salvatore e ucciderlo in un accesso d'ira, delitto che continuerà a lacerargli l’anima fino alla fine dei suoi giorni.
Su tutto domina l’incrollabile “credo” di una patria unita e giusta e la delusione di vedere applicati gli stessi metodi repressivi dei Borboni dal nuovo stato italiano.
Il pubblico e i critici sono molto divisi sul giudizio di questo film che dura ben 170 min. Alcuni lo giudicano un potente affresco del Risorgimento Italiano e delle sue contraddizioni per spiegare la storia di oggi, altri un film troppo noioso e a tratti violento. Non si può certo discutere sul cast, che vanta attori quali Luca Zingaretti, nel ruolo di Francesco Crispi, Anna Bonaiuto, che interpreta la principessa Cristina di Belgiojoso, Luigi Lo Cascio, che impersona Domenico, o Toni Servillo nel ruolo di Giuseppe Mazzini.


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