venerdì 21 gennaio 2011

Il nucleare in Italia


di Pierpaolo Pastore

La stretta di mano tra Sarkozy e Berlusconi del 9 aprile 2010 ha sancito il definitivo ritorno dell' Italia tra i paesi favorevoli all'atomo civile. Nonostante il premier sapesse di dover anche convincere l'italia pubblica sulla sicurezza delle centrali nucleari.

Ma sappiamo bene che il nucleare è un sistema che nasce dall’estrazione di uranio nelle miniere,
passa per gli impianti di arricchimento del combustibile, per la centrale con 1 o più reattori, e continua con lo stoccaggio delle scorie.
E quando finisce? Mai, lo stoccaggio delle scorie, che viene chiamato in modo elegante smaltimento, dura dai 300 al milione di anni.

L'estrazione dell'uranio di per sè non è certo un'attività salubre per l'alta radioattività del materialee per la respirazione delle polveri sottili.


Berlusconi e i suoi esperti ci ripetono che saranno centrali di III generazione, assolutamente sicure, ma in realtà queste centrali hanno subito solo miglioramenti evolutivi sul design e non hanno avuto innovamenti sostanziali sui principi di funzione. E i piccoli miglioramenti derivano da sperimentazioni effettuate sui reattori di II generazione.
Non esiste poi nessun posto sicuro per le scorie, pensate solo un attimo a quanto potranno essere nefande le contaminazioni.

Analizzando il nucleare dal punto di vista economico notiamo la sua antieconomicità, in quanto nessuno ha ancora stilato un bilancio definitivo del costo.

L'uranio non ci renderà indipendenti energicamente, perchè non abbiamo miniere di uranio da ex colonie, non abbiamo impianti di arricchimento e quindi dipenderemo da altri stati e dovremo pagarlo al loro prezzo e l'uranio nel giro di pochi anni ha duplicato la sua valutazione.

Il nucleare è a basso costo per i cittadini, solo se vi è un imprenditore privato disposto a costruire tutto "il sistema" e soprattutto ad occuparsi delle scorie. Se invece le spese saranno sostenute dallo stato e quindi da noi, il costo esorbitante delle centrali ricadrà quindi sulle nostre spalle, attraverso le bollette.

Grande sarà l'antidemocraticità della scelta nucleare in quanto dipenderemo sempre da una fonte centralizzata pubblica o privata.

Che il nucleare sia "pulito", è vero nel senso che è "carbon free" ,ma dire che le scorie sono pulite mi sembra un' assurdità. Solo nella fase della centrale non si produce Co2 ma in tutte le altre sì, anzi solo la fase estrattiva produce Co2, come da studio effettuato, quanto una centrale a gas e inoltre, già in questa fase c'è un enorme spreco di acqua.


Vengono ignorate opinioni come quella del CNEL, secondo cui per i prossimi vent’anni non c’è una domanda elettrica aggiuntiva che giustifichi la costruzione di nuove grandi centrali nucleari in Italia.

Il futuro dell'Italia risiede invece nelle fonti rinnovabili che secondo alcuni studi offrirebbero ben 100.000 posti di lavoro entro il 2020.


Il settore veramente trainante dell'energia italiana è quello delle fonti rinnovabili, che inoltre potrebbe far rispettare maggiormente gli impegni presi in sede europea.

Nessun commento:

Posta un commento