martedì 4 maggio 2010

Chi è Ada Negri?



di Carola Fella e Francesca Cafiero

«Io non ho nome. Io son la rozza figlia dell'umida stamberga; plebe triste e dannata è la mia famiglia, ma un'indomita fiamma in me s'alberga».

Ada Negri da il nome alla via in cui è situato il liceo Lilla a Oria.

Poetessa e scrittrice italiana, è ricordata per essere la prima donna ammessa tra gli Accademici d'Italia.

Nacque a Lodi il 3 febbraio del 1870 da padre vetturino e madre tessitrice. Passò l'infanzia nella portineria del palazzo dove la nonna, Peppina Panni, lavorava come custode presso la nobile famiglia Barni. In portineria Ada passava molto tempo sola, osservando il passaggio delle persone.

Quando Ada ebbe l'età, fu iscritta alle elementari di via Palestro e le sue insegnanti si accorsero subito che la bambina era particolarmente dotata e alla fine delle elementari consigliarono Vittoria di iscriverla alla scuola normale (magistrali).

Nel luglio del 1887 Ada ottenne il diploma di maestra con voti più alti di tutte le sue compagne.

L'editore Traves accettò di pubblicare diverse sue poesie in un libro dal titolo "Fatalità", che uscì nel 1892. L'opera suscitò grande clamore e il ministro Zanardelli firmò un decreto in cui la maestra elementare Ada Negri veniva abilitata all'insegnamento in un illustre scuola di Milano, nel ruolo di professoressa ad honorem.

Tre anni più tardi venne pubblicata dall'editore Treves una seconda raccolta di poesie, "Tempeste". Il libro ebbe un'accoglienza favorevole tanto che ne seguirono la traduzione in francese e tedesco e l'opera ricevette il consenso di Giosuè Carducci.

Nel settembre del 1898 nasce la figlia Bianca e la vita diventa più serena. Due anni più tardi nasce la seconda bambina, che vive solo un mese.

Cinque anni dopo pubblica "Il libro di Mara" e l'anno successivo la poetessa resta sola: la madre muore e Bianca si sposa.

La solitudine favorisce la meditazione e la riscoperta dell'infanzia: nascono così le pagine in prosa di "Stella mattutina". Negli anni successivi pubblica due volumi di poesie: "I canti dell'isola" e "Vespertina" e tre volumi in prosa; "Finestre alte", "Le strade" e "Sorelle".

Nel 1940 sua maestà il re d’Italia Vittorio Emanuele III la nominò Accademica d'Italia: per la prima volta una donna ne faceva parte.

Nella notte fra il 10 e l’11 Gennaio del 1945 chiuse gli occhi dolcemente reclinando il capo sulla spalla di Bianca.


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