Come immaginiamo il docente ideale? Quali requisiti dovrebbe vantare per meritare l'ammirazione e il rispetto degli studenti?
Oggi abbiamo tradotto in classe un famoso brano tratto dall'Institutio Oratoria di Quintiliano. Lo scrittore prova a delineare il prototipo del perfetto maestro che, con saggezza, ma anche con pugno fermo, sappia trasmettere ai suoi alunni non solo il sapere, ma anche modelli di comportamento improntati alla correttezza e alla moderazione, ricevendo dagli allievi dedizione e stima. Sono parole scritte nella seconda metà del I sec D.C. (età dei Flavi), ma risuonano di una sorprendente attualità ancora oggi. Riportiamo, del passo, alcuni stralci di grande significatività:
"L'insegnante in primo luogo assuma l'animo di un genitore verso i propri allievi e pensi di prendere il posto di quelli dai quali gli vengono affidati i figli.
Lui in persona non abbia vizi nè li tolleri. La sua severità non sia arcigna, la sua affabilità non sia eccessiva, affinchè non si generi dall'una l'odio, dall'altra il disprezzo.
Tenga molti discorsi sull'onestà e sul bene; infatti quanto più spesso ammonirà, tanto più raramente castigherà.
Non sia per nulla irascibile, nè dissimulatore di ciò che si deve correggere... Nel correggere i difetti che dovranno essere corretti non sia aspro nè offensivo: infatti ciò allontana molti dal proposito di studiare, il fatto che alcuni rimproverino quasi come se odiassero.
E personalmente dica ogni giorno qualcosa, anzi molte che cose che un allievo possa portar via con sè..."
Si delinea l'immagine del docente come guida, umana prima ancora che intellettuale, come educatore, nel senso di figura di riferimento che 'e-duca', alla latina cioè, 'tira fuori' il potenziale di risorse che è in ogni allievo.
In che modo? Prendendosi cura e prendendo in cura l'allievo, supportandolo e orientandolo in quel processo di crescita sempre carico di conflitti, ansie e dubbi.
Questo sembra il modello cui tutti noi formatori dovremmo tendere, senza riserve.
Ma, ci domandiamo, tutto ciò è praticabile nella realtà scolastica in cui operiamo? Ed è davvero questo ciò che gli alunni si aspettano dai docenti? Anzi, essi cosa si aspettano dai docenti? Conservano un'idea personale di quello che dovrebbe essere il prof ideale? Per loro, è una 'guida' oppure un semplice 'professionista' del sapere che trasmette conoscenze di tipo nozionistico?
Dante elesse Virgilio come guida umana e spirituale, prima ancora che come modello di arte poetica...
Oggi abbiamo tradotto in classe un famoso brano tratto dall'Institutio Oratoria di Quintiliano. Lo scrittore prova a delineare il prototipo del perfetto maestro che, con saggezza, ma anche con pugno fermo, sappia trasmettere ai suoi alunni non solo il sapere, ma anche modelli di comportamento improntati alla correttezza e alla moderazione, ricevendo dagli allievi dedizione e stima. Sono parole scritte nella seconda metà del I sec D.C. (età dei Flavi), ma risuonano di una sorprendente attualità ancora oggi. Riportiamo, del passo, alcuni stralci di grande significatività:
"L'insegnante in primo luogo assuma l'animo di un genitore verso i propri allievi e pensi di prendere il posto di quelli dai quali gli vengono affidati i figli.
Lui in persona non abbia vizi nè li tolleri. La sua severità non sia arcigna, la sua affabilità non sia eccessiva, affinchè non si generi dall'una l'odio, dall'altra il disprezzo.
Tenga molti discorsi sull'onestà e sul bene; infatti quanto più spesso ammonirà, tanto più raramente castigherà.
Non sia per nulla irascibile, nè dissimulatore di ciò che si deve correggere... Nel correggere i difetti che dovranno essere corretti non sia aspro nè offensivo: infatti ciò allontana molti dal proposito di studiare, il fatto che alcuni rimproverino quasi come se odiassero.
E personalmente dica ogni giorno qualcosa, anzi molte che cose che un allievo possa portar via con sè..."
Si delinea l'immagine del docente come guida, umana prima ancora che intellettuale, come educatore, nel senso di figura di riferimento che 'e-duca', alla latina cioè, 'tira fuori' il potenziale di risorse che è in ogni allievo.
In che modo? Prendendosi cura e prendendo in cura l'allievo, supportandolo e orientandolo in quel processo di crescita sempre carico di conflitti, ansie e dubbi.
Questo sembra il modello cui tutti noi formatori dovremmo tendere, senza riserve.
Ma, ci domandiamo, tutto ciò è praticabile nella realtà scolastica in cui operiamo? Ed è davvero questo ciò che gli alunni si aspettano dai docenti? Anzi, essi cosa si aspettano dai docenti? Conservano un'idea personale di quello che dovrebbe essere il prof ideale? Per loro, è una 'guida' oppure un semplice 'professionista' del sapere che trasmette conoscenze di tipo nozionistico?
Dante elesse Virgilio come guida umana e spirituale, prima ancora che come modello di arte poetica...
"tu se' lo mio maestro e 'l mio autore" (Inferno I, 85).
Carmen Taurino